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8-1
Arjuna chiese: O Signore, o Supremo, cos'è la coscienza divina? Cos'è l'anima? Cosa sono le azioni fruttuose? Cos'è questa manifestazione materiale? E chi sono gli esseri celesti? Per favore, spiegamelo.
Spiegazione: In questo verso, Arjuna pone diverse domande a Krishna per comprendere il significato più profondo delle realtà spirituali e materiali. Desidera comprendere vari concetti relativi alla coscienza divina (Brahman), al corpo (l'anima, qui come autoconsapevole), alle azioni fruttuose (karma), alla manifestazione materiale e agli dei. Arjuna si rivolge a Krishna come Purushottama (l'uomo supremo o Dio), indicando la suprema saggezza e comprensione della vita di Krishna.
8-2
Come può il signore del sacrificio dimorare in questo corpo e in quale parte del corpo, o Madhusūdana? E come possono conoscerti nel momento della morte coloro che sono dediti al servizio devozionale?
Spiegazione: In questo verso, Arjuna continua a porre domande a Krishna, cercando chiarimenti su vari concetti spirituali. Vuole sapere cos'è il Sacrificio Primordiale (sovrasacrificio) e come risiede nel corpo. Chiede anche come Dio può essere riconosciuto al momento della morte da coloro che sono stati in grado di controllare la mente e l'anima. Arjuna si rivolge a Krishna come Madhusūdana, indicando la Sua capacità di distruggere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione spirituale.
8-3
Il Signore Supremo disse: L'essere vivente indistruttibile e trascendentale è chiamato coscienza divina, e la sua natura eterna è chiamata anima. L'azione che determina la creazione dei corpi materiali degli esseri incarnati è chiamata azione, ovvero attività fruttuose.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega diversi concetti spirituali. Definisce la coscienza divina, l'Anima Suprema (l'essenza dell'anima) e l'azione (karma) per aiutare Arjuna a comprendere i principi della vita e come operano nell'Universo. • L'indistruttibile è la coscienza divina suprema – La coscienza divina è l'essenza immutabile, eterna e indistruttibile. È il principio supremo che esiste al di fuori del tempo e dello spazio, trascendendo il mondo materiale. • La peculiarità è chiamata Anima Suprema – L'essenza dell'anima è la peculiarità interiore di una persona, la sua natura spirituale. Si riferisce all'anima umana e alla sua connessione con la coscienza divina. • L'attività creativa è chiamata azione – L'azione è l'attività che crea e sostiene la vita nell'Universo. È l'espressione del potere creativo che dà origine agli esseri viventi e ai processi nel mondo materiale. Questo verso sottolinea gli elementi fondamentali della vita: la coscienza divina, che è la realtà spirituale eterna, l'Anima Suprema, che si riferisce alla natura dell'anima umana, e l'azione, che regola le attività e i processi della vita.
8-4
O migliore degli esseri incarnati, la natura fisica, che è in costante cambiamento, è chiamata mondo materiale. La forma universale, che include tutti gli dei, come il Sole e la Luna, è chiamata divina. E Io, come Anima Suprema, che risiede nel cuore di ogni essere incarnato, sono il Signore dei sacrifici. Questa forma divina comprende tutti gli esseri mobili e immobili.
Spiegazione: In questo verso, Krishna fornisce a Arjuna una spiegazione delle manifestazioni del mondo materiale e divino, nonché del Suo ruolo come Signore dei sacrifici. Descrive la natura fisica come in costante cambiamento, mentre l'essenza spirituale come eterna e immutabile. • La base del mondo materiale è lo stato perituro o mutevole: Questo mondo materiale è soggetto a cambiamenti e distruzione continui. • Il potere spirituale dominante: Lo spirito supremo o divinità celeste che governa l'Universo. È l'entità cosmica o coscienza divina che si erge al di sopra del mondo materiale. • Il principio del sacrificio: Il verso sottolinea che Krishna stesso è la forza suprema del sacrificio, che simboleggia la natura spirituale del sacrificio e la sua connessione con la coscienza divina. Questo verso sottolinea che nell'Universo esistono tre importanti principi: il mondo materiale, il potere spirituale dominante e il principio del sacrificio, che è legato alla Coscienza Divina.
8-5
E colui che, alla fine della vita, lasciando il corpo, ricorda solo Me, raggiunge immediatamente la Mia condizione. Di questo non c'è dubbio.
Spiegazione: Questo verso insegna che per raggiungere la Coscienza Divina è importante prepararsi spiritualmente per tutta la vita, specialmente al momento della morte. Una persona, lasciando il corpo, deve ricordare Krishna. La persona che è concentrata su Dio al momento della morte ottiene la liberazione dal ciclo di nascita e morte e raggiunge l'unità con il Divino.
8-6
Qualunque stato d'essere una persona ricordi nel lasciare il corpo, o figlio di Kuntī, quello stato raggiungerà sicuramente.
Spiegazione: Questo verso insegna che è importante vivere con consapevolezza spirituale e sviluppare la propria mente in modo che, al momento della morte, la coscienza di una persona sia rivolta a Dio. I pensieri e le azioni di tutta una vita giocano un ruolo cruciale nel garantire la liberazione spirituale e l'unione eterna con il Divino. Krishna si rivolge ad Arjuna come figlio di Kuntī, indicando che lo stato mentale di una persona al momento della morte è cruciale. Determina la sua esistenza futura.
8-7
Perciò, Arjuna, devi sempre pensare a Me e, allo stesso tempo, compiere il tuo dovere prescritto di guerriero. Dedicando le tue azioni a Me e rivolgendo a Me la tua mente e la tua intelligenza, Mi raggiungerai senza dubbio.
Spiegazione: Questo verso insegna che per raggiungere la perfezione spirituale è importante non solo contemplare o pensare a Dio, ma anche svolgere i propri doveri. La coscienza spirituale deve essere inclusa ogni giorno e, se una persona dedica la sua mente e il suo intelletto a Dio, raggiungerà sicuramente la Coscienza Divina.
8-8
Colui che Mi contempla come la Suprema Persona di Dio, la cui mente è costantemente rivolta al ricordo, senza deviare dal cammino, o Pārtha, costui giunge certamente a Me.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega che la pratica costante della disciplina spirituale e la concentrazione sul Divino permettono a una persona di raggiungere l'essere supremo: Dio. Il pensiero costante del Divino e una mente disciplinata conducono alla perfezione spirituale e al raggiungimento di Dio. • Con una mente dedita alla pratica incessante della disciplina spirituale – Una mente che è rivolta a una pratica di disciplina spirituale incessante e costante diventa disciplinata ed è in grado di concentrarsi sul Divino senza deviazioni. Questa pratica è una forma di concentrazione spirituale che aiuta una persona a connettersi con Dio. • Non viene distratto – Qui si indica che la mente deve essere costantemente rivolta a Dio, senza essere distratta da cose materiali o altri pensieri. Ciò significa che la mente rimane unita al Divino. • Raggiunge l'essere supremo e divino – Quando una persona si concentra sul Divino e pratica incessantemente la disciplina spirituale, raggiunge l'essere supremo, che è Dio o la Coscienza Divina. Questa unità con Dio è lo scopo spirituale dell'uomo. • Pensandoci costantemente – Il pensiero e la contemplazione incessanti di Dio sono la pratica principale che conduce all'illuminazione spirituale e al raggiungimento di Dio.
8-9
Si deve contemplare la Persona Suprema come onnisciente, come il più antico, come il controllore, come il più piccolo, come il sostenitore di tutto, come colui la cui forma non è materiale, come il sole – radioso, come trascendentale, al di là di questa natura materiale.
Spiegazione: In questo verso, Krishna descrive l'Essere Divino e le sue qualità, che una persona deve contemplare e ricordare per raggiungere la liberazione spirituale. Indica sia l'immenso potere dell'Essere Divino sia la sua natura sottile e incomprensibile, che si trova al di là del mondo materiale e dell'oscurità. • L'antico, l'onnisciente – Dio è eterno e onnisciente, conosce tutto il passato, il presente e il futuro. È il saggio che governa l'Universo. • Il sovrano di tutto – Egli è il sovrano dell'Universo che guida e controlla tutti gli eventi e gli esseri. Il suo potere abbraccia il mondo intero. • Inesprimibilmente piccolo – Krishna indica che Dio non è solo grande e potente, ma anche più piccolo del più piccolo, capace di penetrare gli aspetti più sottili dell'esistenza. • Il sostenitore di tutto – Dio è colui che sostiene e supporta tutto il mondo creato, garantendo la continuazione della vita e dell'esistenza. • Incomprensibile nella sua forma – La vera forma di Dio è incomprensibile alle nostre menti. Egli trascende tutto ciò che un essere umano può immaginare o comprendere. • Brillante come il sole – Lo splendore di Dio è paragonabile al sole – Egli è luce e coscienza brillante che dissipa l'oscurità. • Al di là dell'oscurità – Dio si trova al di là dell'oscurità – sia l'ignoranza del mondo materiale sia l'oscurità spirituale. Egli è la luce che conduce all'illuminazione spirituale. Questo verso insegna che se una persona si concentra sulle qualità di Dio e pensa incessantemente a Lui, può raggiungere la perfezione spirituale e la Coscienza Divina. Dio è sia immenso e potente, sia sottile e incomprensibile, e la Sua luce si trova al di là di tutta l'oscurità materiale.
8-10
Colui che al momento della morte solleva il suo respiro vitale tra le sopracciglia e con la forza della disciplina spirituale, con completa devozione, ricorda il Signore Supremo, raggiungerà certamente la Suprema Persona di Dio.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega come una persona può raggiungere l'Essere Divino al momento della morte se è consapevole, spiritualmente forte e fiduciosa. Questa descrizione spiega una corretta tecnica di meditazione che conduce alla liberazione spirituale. Questa tecnica di meditazione aiuta a concentrare la forza vitale e a raggiungere il più alto stato di coscienza, facendolo con completa fiducia per raggiungere la Suprema Persona di Dio. • Al momento della morte con mente indubitabile – Al momento della morte, quando una persona è vicina alla fine della sua vita, la mente deve essere indubitabile e stabile. Ciò indica una completa concentrazione mentale sul Divino. • Con fiducia e forza della disciplina spirituale – La fiducia, o fede, e la forza della disciplina spirituale sono necessarie affinché la mente sia concentrata e connessa al Divino. Qui si sottolinea che sia la pratica spirituale sia la forza della disciplina spirituale aiutano a raggiungere Dio. • Posizionando la forza vitale tra le sopracciglia – Nel processo di meditazione, una persona deve concentrare la sua forza vitale tra le sopracciglia, che è il cosiddetto punto del terzo occhio, un luogo associato alla coscienza superiore e alla visione spirituale. • Raggiunge quell'essere supremo e divino – Attraverso questa tecnica di meditazione e concentrazione, una persona raggiunge il supremo Essere Divino, che è al di là del mondo materiale ed è collegato alla Coscienza Divina.
8-11
I conoscitori che conoscono i Veda, che pronunciano om e sono grandi saggi che conducono una vita di rinuncia, entrano nello stato di coscienza divina. Desiderando raggiungere tale perfezione, una persona osserva un voto di castità. Ora ti spiegherò brevemente questo processo, con il quale si può raggiungere la salvezza.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega lo scopo della perfezione spirituale: l'Essere Divino, che è immutabile ed eterno. È descritto nei Veda, raggiunto dagli asceti che si sono liberati dagli attaccamenti mondani e da coloro che seguono la disciplina spirituale con l'obiettivo di raggiungere lo stato supremo. Krishna indica in questo verso che spiegherà presto brevemente questo processo, con il quale si può raggiungere la salvezza.
8-12
Lo stato di disciplina spirituale consiste nel distacco da qualsiasi attività sensoriale. Chiudendo tutte le porte dei sensi e rivolgendo la mente al cuore, elevando l'aria vitale alla sommità del capo, l'uomo si rafforza nella disciplina spirituale.
Spiegazione: In questo verso Krishna descrive la tecnica per praticare la disciplina spirituale per raggiungere la liberazione spirituale. Questa pratica della disciplina spirituale implica il controllo dei sensi, la concentrazione della mente nel cuore e la direzione della forza vitale alla sommità del capo. Lo scopo di questa tecnica è raggiungere lo stato Divino, aiutando a liberarsi da qualsiasi attività sensoriale e a concentrare la mente sull'obiettivo spirituale. • Chiudendo tutte le porte dei sensi – Per praticare la disciplina spirituale superiore, è necessario controllare i sensi e chiudere tutti i canali sensoriali – orecchie, occhi, bocca, ecc. Questo aiuta la mente a non attaccarsi al mondo esterno e a rivolgere l'attenzione all'interno. • Concentrando la mente nel cuore – La mente deve essere concentrata nel cuore, che simboleggia la coscienza spirituale e la pace interiore. Questa è una tecnica di contemplazione che aiuta a concentrarsi sull'anima e a liberarsi dalle distrazioni esterne. • Collocando la forza vitale alla sommità del capo – La forza vitale viene elevata e concentrata alla sommità del capo, che è il punto di connessione con la coscienza superiore. Questa è una tecnica essenziale della disciplina spirituale per connettersi con il Divino. • Rimanendo fermamente nello stato di disciplina spirituale – Quando una persona si trova fermamente nello stato di concentrazione della disciplina spirituale, è in grado di controllare la propria mente, la propria forza vitale e raggiungere la coscienza spirituale. Questo è un prerequisito essenziale per raggiungere il Divino. Questo verso descrive la pratica fisica e spirituale che consente di concentrarsi su Dio e raggiungere l'illuminazione spirituale. Il controllo dei sensi, la concentrazione della mente e la gestione della respirazione sono le componenti principali della disciplina spirituale che portano alla perfezione spirituale.
8-13
Se una persona, trovandosi in questo stato di disciplina spirituale e cantando la sacra sillaba, la suprema connessione sonora, pensa alla Suprema Personalità di Dio e lascia il corpo, raggiungerà sicuramente i pianeti spirituali.
Spiegazione: In questo verso Krishna spiega come una persona può raggiungere la destinazione più alta dopo la morte, se lasciando il corpo pronuncia la sacra sillaba 'Om' e ricorda Dio. La sillaba 'Om' è un potente simbolo spirituale che rappresenta la coscienza Divina o la realtà spirituale suprema, e pronunciando questa sillaba e ricordando Dio, una persona può raggiungere i pianeti spirituali.
8-14
A colui che pensa continuamente ed esclusivamente a Me, o Pārtha (Arjuna), Io sono facilmente raggiungibile per quel praticante della disciplina spirituale che è costantemente unito a Me.
Spiegazione: In questo verso Krishna indica che coloro che si concentrano continuamente ed esclusivamente su di Lui, possono facilmente raggiungere la coscienza Divina e l'unità con Dio. Per Arjuna, che è costantemente unito a Dio, è facile raggiungerlo. Il pensiero costante di Dio è la condizione principale per raggiungere l'obiettivo spirituale.
8-15
Raggiungendo Me, le grandi anime, i praticanti della disciplina spirituale che sono fedeli, non ritornano più in questo mondo materiale pieno di sofferenze, perché hanno raggiunto la perfezione suprema.
Spiegazione: In questo verso Krishna spiega che coloro che raggiungono la coscienza Divina, si liberano dal ciclo delle rinascite e non soffrono più le sofferenze di questo mondo materiale e la sua natura transitoria. Ottengono la liberazione eterna e la perfezione spirituale.
8-16
A partire dal pianeta più alto del mondo materiale fino al più basso, tutti sono luoghi pieni di sofferenza dove avvengono ripetute nascite e morti. Ma colui che raggiunge la Mia dimora, oh figlio di Kuntī, non nasce più.
Spiegazione: In questo verso Krishna indica che tutti i livelli del mondo materiale, fino ai pianeti più alti dove vive l'Anima Suprema, sono soggetti al ciclo di nascita e morte. Tutti i pianeti sono luoghi pieni di sofferenza. Tuttavia, coloro che raggiungono Dio vengono liberati da questo ciclo e non sperimentano più la rinascita.
8-17
Secondo il calcolo del tempo umano, mille epoche insieme formano un giorno del Creatore. E altrettanto lunga è la Sua notte.
Spiegazione: In questo verso Krishna spiega i cicli cosmici relativi ai giorni e alle notti dell'Anima Suprema, indicando che coloro che comprendono queste gigantesche misure del tempo sono saggi e capaci di comprendere la natura ciclica dell'Universo, comprendendo che tutti i mondi materiali sono soggetti alla creazione e alla distruzione.
8-18
Con l'inizio del giorno, tutte le entità viventi si manifestano dallo stato non manifesto e, quando arriva la notte, si fondono di nuovo con il non manifesto.
Spiegazione: In questo verso Krishna insegna il ciclo di creazione e distruzione dell'Universo. Tutti gli esseri viventi e le forme derivano dallo stato non manifesto all'inizio della creazione e ritornano in questo stato non manifesto al momento della distruzione. • Dal non manifesto sorgono gli esseri manifesti – Tutti gli esseri e le cose visibili derivano dal non manifesto o stato originale che non è percepibile materialmente. È la fonte da cui tutto appare. • Al momento della creazione, quando arriva il giorno – Quando arriva il giorno dell'Anima Suprema, inizia il ciclo della creazione e tutti gli esseri rinascono e sorgono dallo stato non manifesto. • Scompaiono e si fondono con il non manifesto durante la notte – Quando arriva la notte dell'Anima Suprema, tutto ciò che era stato creato e manifestato si fonde nuovamente nello stato non manifesto. Ciò indica la natura ciclica dell'Universo, dove tutto ciò che esiste viene creato e distrutto secondo determinati cicli temporali. • Ciò che viene definito il non manifesto – Il non manifesto è lo stato in cui l'Universo esiste in forma invisibile e inattiva. È la fonte da cui tutto sorge e dove tutto ritorna.
8-19
Ancora e ancora, con l'inizio del giorno, tutte le entità viventi diventano manifeste e, con l'arrivo della notte, scompaiono impotenti.
Spiegazione: In questo verso Krishna descrive la natura ciclica dell'Universo, in cui tutti gli esseri viventi sperimentano ripetutamente la creazione e la distruzione secondo il giorno e la notte dell'Anima Suprema. Questo processo avviene senza la libera scelta degli esseri. Krishna si rivolge ad Arjuna come Pārtha, indicando che la creazione e la distruzione degli esseri viventi avvengono automaticamente e secondo i cicli cosmici, non per volontà degli esseri stessi.
8-20
Ma esiste un'altra eterna entità non manifesta, che trascende questo non manifesto e, quando tutte le entità scompaiono, essa non scompare. Questa entità è trascendentale e si trova al di là dei confini della materia.
Spiegazione: In questo verso Krishna indica l'entità eterna che è al di là dell'Universo materiale e rimane immutata anche quando tutto il materiale viene distrutto. Questa entità è non manifesta, ma è eterna e non scompare anche quando tutti gli esseri e i mondi svaniscono.
8-21
Ciò che i conoscitori dei Veda chiamano il non manifesto e l'indistruttibile, che è lo scopo supremo da cui, una volta raggiunto, non si ritorna, – questa è la Mia suprema dimora.
Spiegazione: In questo verso Krishna indica lo stato Divino che è non manifesto, eterno ed è chiamato la destinazione suprema. Questa dimora di Dio è il luogo che, una volta raggiunto, libera una persona dal ciclo di nascita e morte e non ritorna più nel mondo materiale. Questa dimora è lo scopo supremo che, una volta raggiunto, non si ritorna.
8-22
La Persona Suprema di Dio, che è più grande di tutti, può essere raggiunta con un servizio devozionale indiviso. Sebbene Egli risieda sempre nella Sua dimora, è onnipresente e tutto è in Lui.
Spiegazione: In questo verso, Krishna indica che l'Essere Divino supremo può essere raggiunto solo attraverso una devozione indivisa e assoluta. Questa è la via spirituale più elevata, ed Egli è sia il rifugio di tutti gli esseri, sia l'energia che pervade l'universo. Krishna si rivolge ad Arjuna come Partha, indicando che per raggiungere il Purusha supremo e comprendere la Sua natura universale, è necessaria una devozione unificata e indivisa.
8-23
O il migliore dei Bharata, ora ti spiegherò i vari momenti in cui, lasciando questo mondo, il praticante della disciplina spirituale ritorna o non ritorna. Queste due vie sono la via della luce e la via dell'oscurità.
Spiegazione: In questo verso, Krishna inizia a spiegare che per i praticanti della disciplina spirituale che hanno una profonda pratica spirituale, ci sono due vie diverse a seconda del momento in cui lasciano il loro corpo fisico. Queste due vie determinano se ritornano nel mondo e nascono di nuovo, oppure se sono liberati dal ciclo di nascita e morte e non ritornano. L'appellativo "il migliore della dinastia di Bharata" - Krishna si rivolge ad Arjuna con rispetto, sottolineando la sua appartenenza alla nobile dinastia di Bharata, il che indica la forza spirituale e la responsabilità di Arjuna.
8-24
Coloro che sono consapevoli del Tutto Supremo raggiungono il Supremo, lasciando il mondo sotto l'influenza del fuoco, della luce, nel momento propizio del giorno, nella quindicina luminosa del mese lunare, nei sei mesi in cui il Sole va verso nord.
Spiegazione: In questo verso, Krishna si riferisce a una delle vie che porta alla liberazione e all'unità con la Coscienza Divina. Spiega che i praticanti della disciplina spirituale che lasciano questo mondo in un momento specifico raggiungono l'obiettivo spirituale più elevato: la Coscienza Divina. • Fuoco, luce, giorno, quindicina splendente – Questi simboli indicano lo splendore e la luce, che sono considerati condizioni favorevoli per lasciare questo mondo. Simboleggiano i percorsi spirituali positivi che portano al raggiungimento della Coscienza Divina. • Sei mesi in cui il sole sorge verso nord – Questo è il periodo di tempo in cui il sole si muove verso nord, dal solstizio d'inverno al solstizio d'estate. Secondo gli insegnamenti vedici, questo periodo è favorevole a coloro che desiderano raggiungere la liberazione. • Coloro che se ne vanno in questo momento – Coloro che muoiono in questo momento favorevole entrano in un percorso che conduce alla Coscienza Divina. Simboleggia un'azione positiva e uno stato di coscienza favorevole al momento della partenza. • Raggiungono la Coscienza Divina – Questi praticanti della disciplina spirituale raggiungono la Coscienza Divina, l'obiettivo spirituale più elevato e l'unità con la realtà assoluta. Sono liberati dal ciclo di nascita e morte.
8-25
Il praticante della disciplina spirituale che lascia questo mondo nel fumo, di notte, nella quindicina oscura del mese lunare, nei sei mesi in cui il Sole va verso sud, raggiunge il pianeta lunare, ma poi ritorna di nuovo.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega un'altra via che porta a uno stato transitorio, ma non alla liberazione finale. È legata al momento in cui una persona lascia il mondo in determinate circostanze, che non sono così favorevoli come quelle menzionate nel verso precedente. Questa via non è la liberazione finale, ma piuttosto uno stato temporaneo, dopo il quale l'anima ritorna sulla Terra. • Fumo, notte, quindicina oscura – Questi simboli indicano le condizioni oscure, che non sono così favorevoli alla liberazione spirituale. La notte e la quindicina oscura, quando il sole si muove verso sud, indicano un momento meno favorevole per lasciare questo mondo. • Quando il sole va verso sud – Questo è il periodo di tempo dal solstizio d'estate al solstizio d'inverno, considerato meno favorevole al raggiungimento della liberazione secondo la tradizione vedica. • Raggiungono la luce lunare – Coloro che se ne vanno in questo momento raggiungono la luce lunare, che simboleggia uno stato intermedio in cui godono dei risultati delle loro buone azioni, ma non è la liberazione finale. • Ritornano nel mondo – Dopo aver raggiunto la luce lunare, questi praticanti della disciplina spirituale ritornano nel ciclo di nascita e morte, poiché non si sono completamente liberati dal ciclo di nascita e morte. Godono di una ricompensa spirituale transitoria, ma ritornano nel mondo.
8-26
Secondo l'insegnamento vedico esistono due vie per lasciare questo mondo: una via di luce e una via di oscurità. Colui che se ne va per la via della luce non ritorna più, ma colui che se ne va per la via dell'oscurità ritorna di nuovo.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega le due vie che i praticanti della disciplina spirituale possono seguire dopo la morte. Queste vie sono simboliche e rappresentano diversi livelli di sviluppo spirituale. Si tratta della via della luce e della via dell'oscurità, che determinano se l'anima raggiunge la liberazione o ritorna nel ciclo di nascita e morte.
8-27
O Arjuna, sebbene i praticanti della disciplina spirituale conoscano queste due vie, non sono mai confusi. Perciò stabilisciti saldamente nella disciplina spirituale.
Spiegazione: In questo verso, Krishna spiega che coloro che comprendono le due vie eterne – la via della luce e la via dell'oscurità, come descritto nei versi precedenti – sono in grado di muoversi lungo il cammino della vita senza illusioni o confusione. Queste due vie determinano se una persona raggiunge la liberazione o ritorna nel ciclo di nascita e morte. Krishna si rivolge ad Arjuna come Partha, ricordandogli che, comprendendo queste vie e praticando la disciplina spirituale, può evitare la confusione.
8-28
La persona che ha adottato la via del servizio devozionale non perde i risultati ottenuti dallo studio dei Veda, dalle austerità, dall'offerta di donazioni, dall'esecuzione di attività filosofiche e fruttuose. Semplicemente attraverso il servizio devozionale, raggiunge tutto questo e alla fine raggiunge la dimora suprema ed eterna.
Spiegazione: Questo verso insegna che la perfezione spirituale si raggiunge superando i risultati materiali ottenuti dalle buone azioni e dedicando la propria vita alla Coscienza Divina. Il praticante della disciplina spirituale che comprende che anche le benedizioni degli insegnamenti e dei rituali vedici sono solo una parte del cammino che conduce all'obiettivo supremo: la liberazione e l'unità con il Divino.
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